Prealpi trentine
Data escursione: 17 Maggio 2025Vetta: Corno di Marogna - 1.952 m
Vetta: Monte Tremalzo - 1.973 m
Organizzata:

Difficoltà:

EE - Escursionisti Esperti

I monti Tremalzo e Corno di Marogna costituiscono un’interessante occasione escursionistica grazie alla possibilità di raggiungere, su strada asfaltata, il passo Tremalzo già in quota ed assai vicino ad entrambe le cime.
Inizio escursione: da Riva del Garda si supera il lago di Ledro toccando i paesi di Bezzecca, Tiarno di Sopra e di Sotto. Presso il lago d’Ampola, un secondo e più piccolo specchio d’acqua posto alla sinistra della strada, si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per il passo Tremalzo. La provinciale sale con numerosi tornanti raggiungendo il valico in poco più di una decina di chilometri. Il tratto transitabile in automobile ha termine oltre il valico stesso in coincidenza del rifugio Garda dove è posto il divieto di transito.
L’escursione in breve: rifugio Garda (1702 m) – bocca di Val Marcia (1787 m) – Corno di Marogna (1952 m) – bocca di Val Marcia – rifugio Garda – monte Tremalzo (1973 m) – rifugio Garda.
Dati tecnici: difficoltà complessiva, EE (per Escursionisti Esperti); in particolare T (Turistica) dalla partenza fino alla galleria poco a monte della bocca di Val Marcia; EE il tratto di sentiero che sale al Corno di Marogna; E (per escursionisti) la salita al monte Tremalzo.
Segnaletica: assente, esclusi un segnale verticale presso il rifugio ed il successivo alla fine della galleria militare per salire al Corno; il percorso tuttavia segue un’ampia sterrata nel tratto compreso tra il rifugio Garda e la galleria presso bocca di Val Marcia escludendo pertanto ogni errore. Nessun segnale per la salita alla cima Tremalzo ma su percorso che inizia nei pressi del rifugio e facile da interpretare.
Dislivello assoluto: poco più di 600 metri.
Salita al Corno di Marogna: si segue la strada chiusa al traffico veicolare su terreno ben battuto puntando in direzione della bocca che separa il Corno dal monte Tremalzo. Voltando le spalle a quest’ultimo, il Corno appare imponente, proprio di fronte a noi. A destra le rupi sembrano inaccessibili e repulsive mentre sulla sinistra il pendio è assai più dolce, rivestito da una fitta boscaglia a pino mugo. Per raggiungere questo versante si mantene, ancora per un breve tratto, la strada bianca che si sviluppa ora in leggera salita. Il tracciato esegue un evidente tornante e poco oltre s’infila in una buia galleria artificiale scavata nella roccia. (Riferimenti a “Club Aquile Rampanti”)
Alla fine della galleria si stacca a destra della carrareccia il sentiero evidente (segnalato) che rimonta il pendio del Corno in una densa vegetazione.
In pochi minuti si perviene presso una stretta forcella tra il Corno e la vicina anticima. Nell’ultimo tratto di salita, dalla forcella alla cima, il sentiero è ricavato nella fittissima ed intricata mugheta. Si tratta di una frazione difficoltosa sia per la forte pendenza che per la presenza di balze rocciose assai erte che richiedono per il loro superamento, in qualche passaggio, l’uso delle mani. Il piccolo pianoro di vetta, con segnale trigonometrico, vista parziale sul lago di Garda con l’Altissimo di Nago e la catena del Baldo, viene raggiunto in un’ora e 15 minuti dalla partenza.
Il rientro avviene a ritroso fino alla forcella tra cima ed anticima. Quest’ultima, con piccola croce metallica, bella vista sul lago di Ledro sottostante, una schiera di cime note e frequentate tra cui i monti Cadria e Tofino a nord e più distanti, cime Oro, Rocca, SAT, Capi e creste di Pregasina, prossime alla nostra meta, il più vicino Carone ad est, la frastagliata e vicina catena del monte Corno e cima Caset a nord-ovest, viene raggiunta in dieci minuti.
Ritornati in forcella si procede verso destra su fugace traccia che riporta presso l’ingresso della galleria precedentemente attraversata e nuovamente sulla carrareccia verso il rifugio. (Ore 2,40 in totale tra andata e ritorno, con breve sosta su cima ed anticima)
Salita al monte Tremalzo: la salita al Tremalzo ha inizio, anche questa volta, presso il rifugio Garda. Chi, come noi, proviene dal Corno di Marogna dovrà superare il rifugio per pochi metri volgendo poi a destra.
Il sentiero, tracciato nel manto erboso , rimonta l’ampia cresta che la montagna rivolge verso meridione. Ai prati presso il rifugio segue una breve frazione boschiva fino ad un bivio non segnalato che seguiamo a destra uscendo dal bosco e affacciandoci sulla sottostante scarpata con bel colpo d’occhio in direzione del Corno di Marogna. L’esile striscia di sentiero è a tratti molto stretta ed un po’ esposta. Restiamo in pratica paralleli alla sottostante strada bianca per la bocca di Val Marcia ma ad una quota decisamente maggiore. Muoviamo in direzione delle bancate calcaree che il monte Tremalzo rivolge ad oriente. Successivamente la traccia volge verso sinistra proseguendo nella ripida salita, portandosi in posizione più riparata. Il sentiero, sempre ben evidente, serpeggia tra la vegetazione a pino mugo fino a raggiungere l’ampia cresta sommitale a tratti affacciata sul profondo salto rivolto ad est. (Riferimenti a “Club Aquile Rampanti”)
Il punto più alto, caratterizzato da un’antenna-ripetitore e da uno slanciato omino di pietre, viene raggiunto in un’ora circa dal rifugio Garda. In cima, la sagoma del Corno di Marogna occulta in parte la vista del lago di Garda ma in compenso viene offerta una migliore visione del lago di Ledro e delle cime del suo circondario, fino al lontano monte Pizzocolo a sud.
Il rientro, anche in questo caso, avviene a ritroso impegnando poco più di mezz’ora. Nel complesso, l’escursione al Corno di Marogna ed al monte Tremalzo impegna (nostro caso) complessivamente 5 ore comprese le soste.
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.