1. Romance (Beethoven) - James Last version
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Il Cadria, detto anche “Geometra”, è il gigante delle Alpi di Ledro: la montagna più alta ed imponente dell’intero gruppo. Presenta due facce del tutto differenti: il versante sud, per lo più ampio e prativo, contrasta con quello settentrionale, roccioso e precipite. E’ l’unica cima, in questo settore, a godere di una certa notorietà; eppure non è salita troppo spesso a causa di una via normale assai lunga e faticosa. In realtà non vi sono difficoltà nel guadagnare la vetta, con l’eccezione degli ultimi 100 metri di dislivello che richiedono piede fermo e assenza di vertigini. L’isolamento della montagna e la lunga marcia di salita hanno preservato flora e fauna d’alta montagna e sulle aeree sellette, tra luglio e settembre, si può osservare una fioritura straordinaria di stelle alpine. Anche il Cadria, al pari di molte altre vette delle Alpi di Ledro, è stato teatro della prima guerra mondiale poichè era punto di confine tra l’impero austro-ungarico ed il regno italico. Camminando sui crinali più alti, si può osservare ciò che resta delle trincee e dei baraccamenti di quell’assurdo conflitto. (clubaquilerampanti.it)
Dal punto di vista meteorologico poteva andare meglio. Soltanto la pioggia avrebbe potuto peggiorare la situazione. Una cappa di nuvole grige ed uniformi, più simili a banchi di nebbia che a perturbazione vera e propria, stazionava, ritengo, soltanto sulla valle di Concei, a partire dai 2000 metri di quota. Ci si rende subito conto della fatica percorrendo la carrareccia, contrassegnata dal segnavia 423, che sale monotona e ripida nel fitto bosco fin dallo spiazzo dell’ex centrale elettrica (950 m), alternando sterrato a tratti cementati nei punti più impegnativi. Al parcheggio si perviene percorrendo una stretta strada asfaltata che taglia la valle principale dopo l’abitato di Lenzumo. Raggiunta Malga Vies (1555 m), adagiata in una splendida radura prativa al limitare del bosco, inizia il tratto più panoramico della nostra escursione su sentiero militare in parte scavato nella roccia dei contrafforti meridionali del monte e con scorci velati sul lago di Ledro. In poco meno di due ore e mezza dalla partenza si arriva nei pressi di malga Cadria (1919 m), posta in bella posizione sul bordo meridionale di una grande conca glaciale, frequentata da numerose colonie di vigili marmotte, a giudicare dalle loro tane nel terreno erboso e dai loro allarmati fischi, e dominata a nord-est dalla catena rocciosa del Cadria. Di tutto questo paradiso terrestre, faticosamente guadagnato, a noi non resta che la percezione dei sensi, ad eccezione di quella visiva. Alla malga Cadria inizia il tratto più impegnativo e caratteristico della nostra escursione. Con il conforto di un segnavia verticale e della traccia evidente, si sale ripidamente a destra sul crinale sud-est che domina il vallone glaciale, seguendo fino alla vetta il sentiero militare stretto ed esposto che, transitando alternativamente da un versante all’altro della catena montuosa, sfrutta in parte le trincee scavate durante la prima guerra mondiale. In vetta, dopo poco meno di 4 ore dalla partenza e con visibilità che non andava oltre i venti metri, non ci restano che le consolazioni di un pasto frugale e di un cielo ben disposto per la pioggia scampata. Per il ritorno, su consiglio di alcune relazioni di precedenti ascensioni, scegliamo la discesa sul versante nord-ovest seguendo un evidente tracciato in cresta non segnalato, che digrada rapidamente verso il fondo della conca glaciale e che dovrebbe portare alla malga Cadria. Ma rinunciamo ben presto, per la visibilità quasi nulla e per le tracce che si perdono nell’erba alta allorchè si abbandona il crinale. Si ritorna quindi verso la vetta ripercorrendo a ritroso il percorso dell’andata, raggiungendo lo spiazzo dell’ex centrale elettrica in ulteriori tre ore di cammino. |
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Mappa della cima:
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