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Tutt’intorno al rifugio sono numerose e visibili Il Monte Baldo fu dapprima zona fortificata austriaca, poi fronte italiano; così fu per il monte Altissimo, occupato dai militari italiani ancor nel primo giorno di guerra (24 maggio). Gli austriaci, arretrati senza fare troppa resistenza, preferirono arroccarsi su naturali baluardi preventivamente fortificati (monte Creino, Biaena, l’intera valle di Gresta), lasciando agli italiani ricoveri già costruiti, materiale, ma soprattutto un luogo ideale dominante il lago di Garda e il fronte interno austriaco. Intorno alla cima del monte Altissimo avevano scavato una linea di trincee con ricoveri blindati e depositi d’acqua. E così via via, trincee munite di reticolati, spianate per collocare le artiglierie, appostamenti per batterie di cannoni di medio calibro, collegamenti con linee telefoniche e teleferiche. Da Corna Piana al monte Postemone, al Vignola, con elementi che si portavano fino verso Pilcante. Più a nord di questa linea austriaca ve ne era una più arretrata, di resistenza, sui monti che coronano la piana della bassa Val del Sarca fino a quelli che sovrastano l’Adige (il gruppo della Rocchetta, il Monte Brione, i monti a nord della valle di Gresta, lo Stivo, il monte Creino e più a oriente il Biaena con le sue appendici rocciose quali monte Nagià e Faè che scendono fino a Mori).
(da: http://www.comunemaranovalp.it/webphoto/altissimo/index-altissimo.htm) Percorso disegnato su mappa Google Earth; andata in rosso e ritorno in verde. |

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