Pala Alta

GRUPPO SCHIARA
Pala Alta 1.933 m
(anticima est)
1.893 m
Escursione organizzata privatamente
Organizzata privatamente
prima metà dicembre 2018
Difficoltà:
Escursionisti Esperti EE
Escursionisti Esperti
GPS
Scarica traccia GPS in formato GPX, GDB e KMZ
      1. Aria sulla quarta corda - Coro Tre Pini
Montagna imponente e localmente conosciuta, precipita a nord con una parete verticale di oltre 600 metri mentre a meridione si adagia su terreni più rassicuranti, sebbene dirupati, lungo i quali sale l’ardito sentierino che conduce alla cima. Il panorama di vetta è favoloso.
L’escursione è faticosa ma facile e relativamente breve (6,5 km circa). Solo nel tratto compreso tra cima ed anticima est presenta qualche passaggio di I° grado (in parte attrezzato) che può risultare insidioso in presenza di ghiaccio.
Nonostante l’autunno avanzato (11 dicembre), è stato possibile compiere l’intera escursione in assenza di neve, presente soltanto sopra i duemila metri. Oltre il bivio, a quota 1500 m circa, peraltro non segnalato da alcun cartello ma solo con sbiaditi bolli rosso-gialli per quella che pensiamo sia la via diretta alla cima, a sinistra, e rosso-bianco-rosso, altrettanto sbiaditi, per la normale all’anticima, a destra, l’escursione è da non intraprendere, a parer mio, in caso di neve o dopo giorni piovosi.

Panorama da anticima ovest verso occidente e settentrione.

Foto panpramica

Da Belluno si segue la statale agordina fino alla località Mussoi dove si imbocca a destra una strada che passando per Bolzano Bellunese e Tisoi giunge a Barp; per ripida e stretta stradina a tornanti si sale fino al Pian de Fraina (975 m) dove la strada termina e si parcheggia l’auto.

Da forcella San GiorgioSi prosegue per un’evidente mulattiera sotto un sottile strato di foglie morte, in una lenta ascesa nel folto del bosco. Tralasciata a destra la traccia per casera Zoppa si insiste fino ad un caratteristico arco in pietra oltre il quale la mulattiera si trasforma in sentiero più stretto. Giunti ad un bivio, si abbandona la traccia migliore a sinistra, che raggiunge la vicina chiesetta di San Giorgio, salendo in maniera più decisa fino ad emergere tra i mughi in prossimità della forcella San Giorgio (1302 metri).

Tra splendide vedute sul Pizzocco, sul gruppo del Cimonega e sulla catena Ortiga-Vani Alti-Croda Grande, si prosegue in cresta tra rada vegetazione. Lo stretto sentiero attraversa pendii erbosi, rimonta un banale gradino roccioso (attrezzato) e poi risale per alcune decine di metri il fondo sassoso di un canalino uscendone a sinistra per altre chine erbose, ripide e faticose. Via diretta alla cimaIn prossimità di uno stretto e solare intaglio della cresta, denominato bivio nella sottostante mappa Google, viene offerta la possibilità, peraltro non segnalata ed alquanto sibillina, di salire a sinistra, poco più avanti cartello con indicazione della via diretta, oppure a destra, via normale che alcune relazioni danno per la salita all’anticima orientale prima ed alla cima poi.

Costone rocciosoOptiamo per la via diretta abbandonando quindi il sentiero principale e volgendo a sinistra tra i mughi (bollino rosso su masso). Costeggiando una fascia rocciosa, si risale lungamente la larga e ripida banca erbosa (bolli gialli), seguendo labili tracce a ridosso della possente parete. Volgendo lo sguardo a ritroso, verso sud-est, ci sorprende piacevolmente il riflesso solare sulla laguna veneta.

Riflesso sulla laguna venetaPiù in alto si imboccano due successivi canalini ben segnalati e obliqui verso destra, fino ad uscire alla base delle rocce sommitali. Superato verso sinistra un piccolo intaglio, si raggiunge la spaziosa vetta. (Ore 3,15 dalla partenza)

 

 

Panorama dalla cima verso settentrione con il massiccio dello Schiara-Pelf in primo piano.

Foto panoramica

Profilo altimetrico

Alla partenza, il fitto bosco e la stretta valle del parcheggio hanno probabilmente impedito al navigatore di captare il segnale satellitare. Riprenderà a funzionare soltanto più in alto, intorno a quota 1100 m, dopo un chilometro approssimativo di percorso effettuato senza registrazione.

In cima

 

(Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini)

 

 

 

Il ritorno ci riserva la parte più emozionante dell’escursione; il superamento dell’intaglio, profondo una cinquantina di metri, tra la cima vera e propria e la cosidetta anticima, una quarantina di metri più bassa.

La discesa nell’intaglio in parte attrezzato (I°), di fianco ad un aguzzo gendarme roccioso, è più impressionante che difficile. Raggiunta la stretta base franosa dell’intaglio tra le due cime, si riprende la salita a sinistra superando in libera alcune roccette (I°). Presso l’anticima è collocata una targa che rammenta all’escursionista le difficoltà che può incontrare percorrendo il “Viaz da Camorz e Camorzieri”.Targa

La discesa sulla via normale, altrettanto ripida, prevalentemente erbosa e maculata di mughi, transita sotto il roccione strapiombante dell’anticima ed affronta le medesime difficoltà superate nella salita, almeno fino al bivio incontrato al mattino. Oltre, la via del ritorno ripercorre la stessa dell’andata, riportandoci al parcheggio in ore 2,30 dalla cima.

 

Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.

Mappa Google

Mappa della cima:

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