Monte Tudaio

CADORE – CARNIA
Monte Tudaio 2.140 m
Escursione organizzata privatamente
Organizzata privatamente
aprile 2017
Difficoltà:
Escursionisti Esperti Attrezzato EEA
Escurs. Esperti Attrezzato
Scarica traccia GPS in formato GPX, GDB e KMZ
      1. Leggenda del Piave - Coro ANA orchestra Verdi MI

 Rivestito di vegetazione e di scarsa rilevanza alpinistica, il Tudaio è il primo di una lunga catena di contrafforti dolomitici che fa parte delle Alpi Carniche, scandita dalla Bragagnina, Crissin, Pupera Valgrande e Brentoni. I lastroni di cemento deflagrato che giacciono disordinatamente in vetta (deturpata oltretutto da antenne e ripetitori radiotelevisivi), sono una singolare meta turistica ed un ottimo balcone su un meraviglioso panorama dolomitico. Da quassù merita anche riflettere sui fatti della storia. (vienormali.it)

Presso lo chalet “Pino Solitario”, in località Piniè (comune di Vigo di Cadore), a quota 878 metri ha inizio l’escursione, nel giorno di venerdì santo.

Nei pressi del ristorante, una tabella indica un sentiero che risale, nel bosco, la sinistra orografica del Rin de Soandre, nella val de Ciariè. In prossimità di una palestra di roccia si perde leggermente quota per attraversare il greto asciutto del torrente e riprendere a salire tra i mughi del versante opposto.Tratto attrezzato

In località “Porte de Ciavel”, a quota 1300 metri circa, si risale il ripido ghiaione a sinistra puntando allo stretto e friabile canalino sommitale. Poco prima di raggiungerlo, si piega nuovamente a sinistra sulla costa rocciosa coperta da magra vegetazione (i Mède), risalendola con l’ausilio di corde fisse nei tratti più impegnativi. Il percorso alterna tratti orizzontali, sempre molto stretti ed esposti, a ripidi balzi nella vegetazione di mughi. Si continua a salire all’interno di un canalone, piegando a destra, per imboccare una labile traccia fra i mughi che conduce a una piccola porta nel muro di cinta, a sud del forte di monte Tudaio, dalla quale si entra nella fortificazione semidistrutta per iniziarne la visita, guidata da cartelli esplicativi, e raggiungere in breve la vetta. (Ore 4,00 dal parcheggio)

In cima al TudaioNonostante la presenza di numerose antenne e ripetitori televisivi, la fatica è ben ripagata da panorami meravigliosi che spaziano dalla conca del Cadore a sud-ovest alla valle d’Ansiei a nord-ovest e fino al Comelico superiore a nord. Da ovest, si riconoscono le Marmarole, i Cadini di Misurina e Cristallo, le tre cime di Lavaredo, il massiccio gruppo del Popera e l’Aiarnola; la vista arriva poi alla cresta di confine per infrangersi contro le sovrastanti pareti di cima Bragagnina, gruppo dei Brentoni, a cui il Tudaio appartiene; oltrepassate le cime dei Brentoni essa si riapre nuovamente sulla valle che conduce al passo della Mauria e la Carnia.

Foto panoramica dalla cima del Tudaio. Da sinistra valle di centro Cadore, gruppo delle Marmarole e Cadini di Misurina in secondo piano, la valle d’Ansiei.

Panorama dalla cima

Cartello

L’interesse strategico per la posizione risale al 1905, in relazione alle insufficienti garanzie offerte dal costruendo forte di Col Piccolo presso Vigo di Cadore, giudicato già allora ad una quota troppo bassa e vulnerabile. CasermettaSolo nel 1908 furono eseguiti studi particolareggiati  per individuare un sito più adatto alla costruzione di un’opera “alta”, in grado di dar maggior protezione ed ampliare gli obiettivi militari. Negli anni 1909 e 1910 venne costruita l’ardita strada, per il transito delle artiglierie, che dalla Val Ciariè (m 900 metri circa) risale ancor oggi il costone occidentale del monte fino alla cima. Nel 1911 iniziarono i lavori per la costruzione del grande forte il cui cuore era costituito da una batteria dotata di 4 cannoni. L’apparato, protetto da una tripla cinta difensiva, trincee, osservatori e postazioni, scendeva fin quasi a valle per escludere qualsiasi colpo di mano. Servito da due teleferiche, avrebbe dovuto permettere una resistenza ad oltranza.

CartelloFin dai primi giorni della Grande Guerra il forte fu tagliato fuori dalle operazioni belliche perchè troppo distante dalla prima linea. FrantoioDivenuto di nuovo importante durante la ritirata di Caporetto, nel novembre del 1917 entrò in azione sparando sulle truppe austriache giunte ad Auronzo e Santo Stefano ma lo scarso esito dell’operazione indusse la guarnigione ad abbandonare il sito dopo un sommario danneggiamento delle bocche da fuoco. Caduto in mano al nemico, nell’ottobre del 1918 al momento di ritirarsi, gli austriaci distrussero il forte con robuste cariche di esplosivo. (informazioni dalla rete internet)

Cartina tratta dalla rete internet.

Mappa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rientro per la strada militare del Tudaio (sentiero 339).

Dalla spianata antistante il forte, una brevissima galleria consente l’uscita dallo storico manufatto. A quota leggermente più bassa rispetto alla cima, nella roccia del sottostante Col Muto, venne scavata, a partire dal 1916, una lunga galleria che si dirama in 4 bracci per servire altrettante postazioni di medio calibro in caverna, rivolte verso Auronzo, passo del Zovo e Danta in Comelico (utile una torcia). Poco sotto si transita dapprima per il Pian de le Méde dove il pendio del monte si fa molto ripido ed in prossimità di un paio di brevi gallerie si supera una zona interessata da una vasta frana (o slavina) con alcune lingue dell’ultima neve invernale. Continuando la discesa, in prossimità di due tornanti della carrareccia, si toccano due pianori, la Busa e Pian de Liberal, dove emergono i resti di due casermette tra il folto della vegetazione. Si è ormai in prossimità delle ghiaie della Val de Ciarié e del parcheggio dello chalet. (Ore tre dalla cima del Tudaio)Le Calade

Profilo altimetrico

 

 

 

(Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini, compagno d’escursione)

 

 

Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.

Mappa Google

Mappa della cima:

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