1. Vespro Rach3 - coro ucraino
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L’intera zona dell’Adamello come pure i dintorni del rifugio Carè Alto sono ancor oggi un museo all’aperto della Grande Guerra. Infatti, le vedrette in lento ritiro da più di un decennio restituiscono residuati bellici di ogni tipo. La piccola chiesetta in legno che sorge a qualche decina di metri dal rifugio fu costruita da un gruppo di prigionieri russi. Fin dal parcheggio in località Pian della Sega, nell’alta Val di Borzago dove si lasciano i mezzi meccanici, il rifugio Carè Alto (2.459 m) è visibile, alla testata della valle stessa, 1.200 metri circa più in alto.
La via normale di salita alla cima del Carè Alto, affrontata il giorno successivo, risale la vedretta di Lares ed arriva sotto la cima ghiacciata che si attacca per un ripido pendio nevoso e successiva cuspide finale rocciosa (circa 4 ore dal rifugio).
Suggestivo ed avventuroso l’attraversamento di un ponte anomalo, formato da due cavi d’acciaio, sospeso sul torrente impetuoso alimentato dal fronte del ghiacciaio, la vedretta di Niscli, poco distante. L’escursione completa, che segue al ritorno la stessa via dell’andata, supera in un sol giorno un dislivello notevole: 1000 metri circa in salita e 2200 in discesa.
Percorso tracciato su mappa Google Earth: in rosso primo giorno salita al rifugio Carè Alto; in giallo secondo giorno salita alla cima e ritorno a fondovalle. |
Mappa della cima:
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