Le Giulie, grazie ai suoi sentieri scarsamente “addomesticati”, rimangono ancora un luogo relativamente poco affollato e privilegiato rispetto ad altri, più noti, gruppi montuosi.
Il Montasio è la più alta vetta delle Giulie Occidentali. Spesso è stata descritta come la più bella montagna del Friuli. Da dovunque la si guardi esibisce una forma possente ed ardita. Particolarmente bella la sua parete occidentale che si eleva dalla val Dogna offrendo una visuale ben conosciuta ed amata da tutti gli escursionisti friulani. La vetta è una delle più ambite e frequentate mete estive anche se presenta passaggi di II grado esposti su terreno friabile.
Grandiosa escursione che ha preso il via dal rifugio Di Brazzà (1.660 m) , CAI Udine, impegnativa e di grande soddisfazione. Se si effettua la salita in giornate particolarmente limpide è stupendo il panorama dalla vetta. Il massiccio del Canin, proprio di fronte, si svela in tutta la sua bellezza; una bastionata di roccia compatta che chiude la Val Raccolana a sud; la possente e tozza mole del Jof Fuart occupa l’immediato oriente mentre la val Canale, che porta a Tarvisio, genera un solco profondo a nord.
Fino alla Forca dei Disteis (2.201 m) e senza difficoltà escursionistiche, godiamo di un vasto e straordinario panorama sul gruppo del Monte Canin e dell’intero altopiano del Montasio incontrando numerosi branchi di stambecchi al pascolo. Dalla forca, tracce di sentiero su ghiaione e roccia portano alla grande cengia che corre quasi orizzontale sul versante occidentale del Montasio fino al bivacco Suringar.
Poco prima del bivacco, che si trova in posizione molto esposta a circa 2.430 m e sotto un marcato strapiombo della
cresta NO, si intravede il segnavia che sale in direzione del canalone Findennegg il quale, con alcuni passaggi di I e II grado, conduce alla cresta occidentale, seguendo la quale si arriva alla vetta.
Dalla cima, la cresta orientale cala verso la scala Pipan, sospesa sulla parete ed arrivo su un ghiaione pensile. In pochi minuti di ulteriore discesa raggiungiamo il bivio con il sentiero attrezzato Leva, la cui prima parte, la più spettacolare , consente la percorrenza di cenge molto esposte e verdi pendii ripidi, canalini e cenge più larghe, frequentati da camosci, fino alla Forca del Palone (2.242 m). Qui, abbandonato il sentiero attrezzato per motivi di tempo, scendiamo, inventando il percorso, il ripido ghiaione e prato sottostante fino al sentiero normale 622 perdendo in pochi minuti oltre cinquecento metri di quota.
   

Percorso disegnato su mappa Google Earth: in rosso salita, in verde ritorno al rifugio, in arancio percorso parzialmente attrezzato
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