Col Mat

PREALPI VENETE
Col Mat (cresta del) 1.981 m
Gruppo Dolada Col Nudo (Alpago)
Escursione organizzata privatamente
Organizzata privatamente
autunno 2016
Difficoltà:
Escursionisti Esperti EE
Escursionisti Esperti
Scarica traccia GPS in formato GPX, GDB e KMZ
      1. Autunno I mov - Vivaldi
Giornata splendida che ha rispettato le previsioni dei meteorologi ed ha reso magnifica questa escursione, a tratti impegnativa, sulla cresta nord-est dell’Alpago. Tratto in cresta verso il Col MatMagnifica per il lungo tratto in cresta, molto esposta su entrambi i lati, da forcella Dolada a forcella della Lastra e per la vista panoramica che spazia sull’arco dolomitico del trentino e veneto fino ai riflessi solari sul mare Adriatico e laguna veneta. 
Verso forcella DoladaCon partenza ed arrivo nei pressi del rifugio Carota (Staol di Plois, 1000 m), il giro ad anello, di oltre quattordici chilometri di lunghezza ed un notevole dislivello complessivo, richiede condizioni meteo stabili ed una buona preparazione fisica.Gruppo Col Nudo e Teverone

Dapprima per strada forestale trattorabile e poi per sentiero (il 905) nel bosco, su pendenze decise ma mai troppo faticose ed incrociando per due volte la strada asfaltata per il rifugio Dolomieu al Dolada, si sbuca presso la piazzola di lancio per parapendio, a poca distanza del rifugio stesso (1494 m).

 

Vista a ritrosoPresso il rifugio una tabella indirizza verso nord sul sentiero 905 – Alta Via n. 7. La pendenza, su terreno più aperto, aumenta con progressione costante; si aggirano alcuni spuntoni rocciosi e con un ultimo ripido traverso si arriva sulla cresta presso forcella Dolada (1740 m), con vista sulla sottostante val Galina ed il lago omonimo, il vicino oltre Piave e con l’orizzonte che si espande in tutte le direzioni, tranne che a nord-est, precluso dal massiccio del Col Nudo e Teverone.Tratto in cresta verso il Col Mat

 

 

 

Panorama da forcella Dolada: da sinistra in primo piano monte Dolada, monte Toc (al centro) ed inizio cresta del Col Mat. In secondo piano, da sinistra monte Serva, Schiara e Pelf, Castello di Moschesin con Tamer , Moiazza e Civetta, Pelmo, Antelao, Duranno e Cima dei Preti.

Panorama da forcella Dolada

Vista a ritrosoInizia quindi il lungo tratto di cresta verso il Col Mat, toccando una prima altura (1895 m) dalla quale si apre tutto il percorso nella sua estensione. Con diversi saliscendi si toccano quote successive, sempre sull’esposto filo di cresta, in ambiente stupendo. Un breve tratto attrezzato supera un’esile traccia rocciosa prima di risalire la ripida dorsale della quota successiva (1932 m) oltre la quale si scende alla forcella Col Mat (1901 m).In cima al Col Mat

Procedendo su terreno più agevole ma sempre in cresta, si tocca la cima del Col Mat (ore 3,30 dal rifugio Carota, in tutta tranquillità).

 

Panorama dalla cima del Col Mat: da sinistra in primo piano tratto di cresta percorso, monte Toc, Col Nudo e Teverone. In secondo piano, da sinistra monte Serva, Schiara e Pelf, Castello di Moschesin con Tamer , Moiazza e Civetta, Pelmo, Antelao, Duranno e Cima dei Preti. Oltre il Teverone la parte finale della catena dell’Alpago.

Panorama dalla cima

Continuando verso nord-est si scende valicando alcuni colli, dove il passo richiede più attenzione, prima di pervenire alla forcella Galina (1875 m). Forcella LastraOltre l’insellatura si taglia il pendio tra i mughi del versante sud e, calando un canale su roccette, si raggiunge un bivio con il sentiero che proviene dalla sovrastante forcella della Lastra, raggiungibile, con fatica, in pochi minuti. Presso l’esigua selletta (1825 m), bel panorama sulla val Galina ed il suo lago artificiale nonchè sul dirimpettaio monte Toc.

Ritornati al bivio, si riprende a scendere verso est sul sentiero 930 che, con traversi dapprima impegnativi e poi su traccia esile ma ben segnalata, conduce presso forcella Scalet Alta (1590 m), all’incrocio tra il 930, che procede verso forcella Bassa del Teverone e la ferrata Costacurta ed il 965, che scende dal passo di Valbona.

Col senno di poi ed incredibilmente per quanto percorso fino a questo momento, la discesa da Scalet Alta nel Venal di Montanes ha rappresentato, a mio parere, la porzione più impegnativa di tutta l’escursione. Un’alta parete rocciosa ed una marcata vegetazione mantengono il sentiero quasi costantemente all’ombra rendendo il ripido pendio precario e scivoloso. Casera Stabali

Terminata la parte più ripida si apre una bella radura con altare votivo mentre più avanti il sentiero si tramuta in larga e comoda mulattiera fino ai ruderi della casera Scalet Bassa (1169 m, Venal per alcuni). Proseguendo su mulattiera si transita nei pressi di casera Stabali (1049 m) oltre la quale ci attende un lungo tratto in falsopiano (circa tre chilometri) prima di arrivare al parcheggio del rifugio Carota (ore 3,30 dalla cima del Col Mat).

Profilo altimetricoPercorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.

Mappa Google

Mappa della cima:

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