Latemar

CATINACCIO-LATEMAR
Cimon Latemar 2.842 m
Cima Cavignon              2.691 m
Cima Valbona             2.663 m
Escursione organizzata privatamente
Organizzata privatamente
fine estate 2014
Difficoltà:
Escursionisti Esperti Attrezzato EEA
Escurs. Esperti Attrezzato
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      1. Estate III mov - Vivaldi
 Il gruppo montuoso del Latemar ha una forma a “ferro di cavallo” aperto ad oriente. Sulla sua linea di cresta corre il confine amministrativo tra Alto Adige e Trentino. Clicca per ingrandireIl gruppo è formato in gran parte da roccia sedimentaria, caratterizzata da tipiche stratificazioni. Nel mezzo si trovano strati di corallo pietrificato, formatosi nei fondali marini del Triassico. Non mancano tracce di origine vulcanica: crepe profonde fino a 200 m, ma larghe solo pochi metri, nascondono sul loro fondo scuro roccia lavica. La Torre Diamantidi (Cimon del Latemar), con i suoi 2.842 m, è la vetta più alta del gruppo. Deve il suo nome all’alpinista viennese Demeter Diamantidi, che il 25 luglio 1892 raggiunse la sua cima scalando la ripidissima parete settentrionale.(eggental.com)
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Ore 8,40: da quota 2090 m, raggiunta tramite la seggiovia Obereggen-Oberholz, si stacca il sentiero (segnavia n. 18) che sale dapprima con tornanti e quindi in ambiente roccioso particolarmente suggestivo ad una prima forcella (2649 m).Clicca per ingrandire Il sentiero continua quasi in piano tra massi enormi e picchi calcarei fino a raggiungere Forcella dei Camosci (2590 m), tramite uno stretto canalino roccioso e gradinato che ne permette l’accesso.Clicca per ingrandireLa visuale si apre verso il selvaggio altopiano carsico della Valsorda ed il gruppo dolomitico assume improvvisamente l’imponente forma a semicerchio.

 

 

La Valsorda dal rifugio Torre di Pisa.

Clicca per ingrandireSi seguono in discesa le indicazioni per la forcella dei Campanili (sentiero 18-516), tralasciando la deviazione a destra per il rifugio Torre di Pisa, che contiamo di raggiungere in un secondo tempo. Attraverso un comodo sentiero che transita alle pendici del Corno d’Ega  e della cima del Forcellone si perviene sull’ampia forcella dei Campanili (2685 m) presso la quale si indossa l’attrezzatura da ferrata. Clicca per ingrandire(ore 2,30 da Oberholz)

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Dopo uno sguardo allo spettacolare versante nord del Latemar che si affaccia sulla catena Catinaccio-Roda Vael ed al sottostante lago di Carezza si risalgono alcune facili roccette e per tracce di sentiero si raggiunge una lunga e stretta cengia panoramica, inizialmente attrezzata,Clicca per ingrandire per poi continuare, con caratteristiche di sentiero in quota, in direzione di una forcella terrosa. L’attraversamento della forcella è anch’esso assicurato con cavo. Sul lato opposto si procede sulla cengia che aggira la parete rocciosa in direzione est.Clicca per ingrandire Si prosegue per alcuni minuti alternando brevi tratti attrezzati ad altri senza cavo. Si arriva quindi ad una seconda forcella superata la quale si raggiunge il dosso roccioso alla base del Cimon LatemarClicca per ingrandire (altrimenti conosciuta come Torre Diamantidi oppure Ost Latemar) dove è possibile, seguendo tracce di sentiero, ometti e facili gradoni (percorso non segnato), deviare per la cima con Madonnina di vetta (ore 1,00 dalla forcella dei Campanili).

 

     Gruppo Catinaccio-Vael dal Cimon Latemar. In secondo piano Sassolungo e Sella (foto di  Alberto Zerbini).

Clicca per ingrandireOre 12,30: lasciato l’impressionante abisso della parete nord del Latemar, la Madonnina di vetta ed un superbo panorama a 360 gradi, si ritorna sul sentiero attrezzato senza continuare in direzione est (sinistra) per la forcella Grande e bivacco Rigatti. Si scende invece rapidamente e ripidamente (un centinaio di metri circa) su terreno detritico in direzione del sentiero (il 18) di rientro dalla forcella Grande che transita visibile sotto Clicca per ingrandiredi noi. Una volta raggiunto, si procede in direzione ovest (destra) per la forcella dei Campanili, che lasceremo sulla nostra destra senza raggiungerla, per immetterci nuovamente sul sentiero (18-516) percorso all’andata.

Clicca per ingrandireSotto forcella dei Camosci si continua sul 516, aggirando cima Valsorda, in direzione del rifugio Torre di Pisa che verrà raggiunto, transitando tra alcuni suggestivi pinnacoli rocciosi tra cui quello denominato “Torre di Pisa” e la cima del Cavignon, con funzioni attuali di eliporto (ore 1,40 dal Cimon Latemar).

 

     Gruppo Pale di San Martino da cima Feudo (foto di Alberto Zerbini).

Clicca per ingrandireOre 15,00: dopo una lunga sosta presso il rifugio si ritorna verso Oberholz sul sentiero 22-516 che aggira il gruppo montuoso da ovest toccando cima Valbona, l’ultima della giornata, con grande croce lignea. Poco sotto la cima, una ripida e poco frequentata variante al sentiero 22 ci riconduce, attraverso un’impegnativa discesa, sulla carrareccia originale, facendoci risparmiare tempo prezioso.Clicca per ingrandire Verrà utilizzato, con grande sorpresa e gusto, per partecipare, su invito, ad un gradito rinfresco preparato ed offerto sul prato adiacente l’arrivo delle seggiovia, in occasione di un piccolo concerto strumentale, a chiusura della stagione escursionistica estiva.

 

Ore 16,45: si riprende l’impianto a fune per ritornare ad Obereggen.

 

(Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini,      compagno d’escursione)

 

Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: in rosso andata, verde al ritorno. Il tratto Obereggen-Oberholz è stato percorso in seggiovia. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.

Partenza da Oberholz : clicca per aprire la foto Segnavia : clicca per aprire la foto Campanili alla forcella omonima : clicca per aprire la foto Sul sentiero attrezzato : clicca per aprire la foto Madonnina di vetta : clicca per aprire la foto Sul sentiero attrezzato : clicca per aprire la foto Rifugio Torre di Pisa : clicca per aprire la foto Vallone di discesa : clicca per aprire la foto Buffet ad Oberholz : clicca per aprire la foto

Mappa della cima:

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