Carega
Data escursione: 25 Agosto 2020Vetta: Guglie del Fumante - 2.030 m
Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
Scarica traccia GPS
L’itinerario si svolge tra i vai e le torri del gruppo del Fumante. La prima e l’ultima parte dell’itinerario sono costituite da percorsi escursionistici più o meno impegnativi. Quella centrale è un vero e proprio sentiero alpinistico dentro il Vaio Scuro, attrezzato con mezzi fissi di sicurezza. Esso non è comunque accessibile a chi è inesperto e va in ogni caso affrontato con attenzione e prudenza.
Con il termine vajo (o vaio) s’intende, nel dialetto locale vicentino, un canalone ripido ed incuneato tra i contrafforti delle pareti di una montagna.
Percorso in viola con partenza ed arrivo presso il rifugio Battisti. Rispetto alla mappa, presa dalla rete, il nostro rientro è avvenuto tramite il sentiero 113 anzichè il 110.
La prima parte sul sentiero 105 (inizio dal parcheggio nei pressi del rifugio Battisti, 1248 m), superando le deviazioni a sinistra per i sentieri 113 prima (verso porta di Campobrun) e 114 dopo (Vaio Pelagatta), fino alla selletta Poe ed al successivo vaio Lovaraste, 1550 m, è ben segnalata e percorribile da tutti gli escursionisti. E’ consigliabile indossare il materiale da ferrata in questo punto poichè occorre abbassarsi di alcuni metri per un tratto attrezzato.
Giunti sul fondo del vaio, su una lista erbosa si perviene sotto l’incombente Lontelovere; sulla parete, con indicazione di ferrata difficile, sale una fune metallica mentre a destra continua il tratto di sentiero pressochè pianeggiante. Nei pressi del bivio, nessuna indicazione ulteriore che possa confortare sulla scelta da effettuare. In proposito, la relazione di Ferrate365.it denomina il tratto attrezzato verticale “ferrata Lontelovere” , e la classifica come variante difficile.
La scelta è presto fatta: affrontando la variante, che si dimostrerà molto impegnativa, si perviene nell’orrido ed angusto Vaio Scuro. L’inizio è caratterizzato da una buia spaccatura verticale; il cavo metallico ed ottimi appigli ne facilitano il superamento e l’uscita. Altri gradoni e massi si superano senza difficoltà fino a giungere in forcella Bassa (1810 m circa). Lo stretto sentiero entra in una spaccatura sotto un grosso masso superato il quale, si perviene allo stretto intaglio della Porta dell’Inferno e quindi in forcella della Scala (1850 m), punto più alto del Vaio Scuro, con vista sulla piana di Campogrosso. Le denominazioni riportate appena sopra, in corsivo, sono state desunte dalla relazione “Itinerario n. 105” contenuta in Itinerari: carta dei sentieri Pasubio-Carega, ma non sono confortate dalla presenza di cartelli sul luogo.
Riposto nello zaino il materiale tecnico, si inizia la discesa nel Giaron della Scala (nessuna indicazione!) per riprendere, quasi subito, la logica salita a sinistra, in presenza di rari e sbiaditi segni bianco-rossi, su quello che dovrebbe essere il segnavia dell’itinerario 195 (ex n. 6) proveniente da Campogrosso e diretto al rifugio Scalorbi, con l’attraversamento delle guglie del Fumante. A rendere più incerto il proseguire subentra l’immancabile foschia pomeridiana, presenza quasi costante, in questa stagione, nel massiccio del Carega.
Raggiunta la cima centrale del Fumante (1983 m) con visibilità ridotta, si scende verso la forcella del Fumante (1905 m) imboccando quindi la cresta est dell’Obante fino al passo omonimo (2030 m circa, rilevato dal mio dispositivo satellitare) che si affaccia sul vallone di Campobrun. Al passo dell’Obante il tempo che ci separa dal rifugio Scalorbi (1757 m) è ormai ridotto ad una mezz’ora (presenza di segnaletica verticale) portando il tempo parziale di escursione a circa 7,30 ore complessive, con l’intermezzo di poche soste.
Dal rifugio Scalorbi si riprende dolcemente la salita sull’ampia mulattiera contraddistinta dal segnavia 182-G02, (ex 202) fino alla Porta di Campobrun (1831 m) per poi deviare poco oltre sul sentiero 113 che permette di riaffacciarsi nuovamente sul versante del rifugio Battisti. Il sentiero scende in maniera ripida oltrepassando i caratteristici pinnacoli denominati “Omo e la Dona”. Con tornanti sempre più ampi e pendenza attenuata il sentiero 113 si reimmette sul 105, percorso all’andata, che riporta al parcheggio. (Ore 1,30 dal rifugio Scalorbi)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.