Tofana di Rozes

CADORE – GRUPPO TOFANE
Tofana di Rozes 3.225 m
Escursione organizzata privatamente
Organizzata privatamente
estate 2008
Difficoltà:
Escursionisti Esperti Attrezzato EEA-AR-II°-AD
Escurs. Esperti Attrezzato, Alpinistica su roccia, 2° grado, Abbastanza diff.
La prima ascensione assoluta sul gruppo delle Tofane fu compiuta dall’austriaco Paul Grohmann e dal cortinese Francesco Lacedelli, che conquistarono la vetta della Tofana di Mezzo il 29 agosto 1863. La cima della Tofana di Rozes fu raggiunta esattamente un anno dopo, il 29 agosto 1864, dai due alpinisti suddetti e dai compagni di scalata Santo Siorpaes e Angelo Dimai, entrambi ampezzani. Infine, la Tofana di Dentro fu conquistata il 27 agosto del 1865 sempre da Grohmann accompagnato da A. Dimai. (wikipedia)
Clicca per ingrandireIl mio primo tentativo di salire sulla Tofana di Rozes per la via ferrata Lipella risale al settembre del 1988 ed è fallito a causa di una imprevista nevicata la notte prima dell’escursione.Clicca per ingrandire Dopo aver percorso il primo tratto di ferrata, alle Tre Dita ho definitivamente rinunciato alla vetta, per le maggiori difficoltà del tratto attrezzato successivo e la troppa neve, ripiegando in direzione del rifugio Giussani e rientro al fondovalle.

A distanza di vent’anni precisi (settembre 2008), dopo numerosi passaggi nell’ampezzano e decine di cime salite, decido di ritornare sulla Tofana di Rozes ripercorrendo lo stesso percorso, questa volta con maggior fortuna.

Clicca per ingrandireDal rifugio Dibona (2.083 m) il sentiero sale tra il bosco rado di mughi sino a raggiungere la base dell’imponente parete sud della Tofana di Rozes. Il sentiero 404, che prendiamo verso sinistra, percorre il versante meridionale della montagna mantenendosi, con scarsi dislivelli, tra la parete a destra e i pascoli a sinistra.Clicca per ingrandire Dopo poco più di un’ora di cammino il sentiero piega a destra per raggiungere un anfratto roccioso dove troviamo l’attacco della via ferrata Lipella (2.480 m). Clicca per ingrandireL’inizio della ferrata è caratterizzato dal particolare accesso alla “Galleria del Castelletto”; un camminamento, scavato dagli alpini durante la prima guerra mondiale, da percorrere in salita (120 m di dislivello e circa 500 m di lunghezza). Clicca per ingrandireAll’uscita della galleria elicoidale il tracciato procede in discesa per sentiero su ghiaione con splendida vista sulla Val Travenanzes e porta ai piedi della parete ovest della montagna a quota 2510 m.

Clicca per ingrandireLa salita riprende attraverso ripidi gradoni attrezzati con funi metalliche, alternati a tratti su cenge quasi orizzontali. Clicca per ingrandireSi contorna per stretta cengia un diedro che solca marcatamente la parete per poi riprendere la salita, ben assicurata con funi, sino al bivio delle Tre Dita (2680 m).Clicca per ingrandire Qui termina la prima parte della ferrata; si procede quindi prendendo il sentiero a destra per cengia sino a raggiungere il grande anfiteatro roccioso ricadente dalla cima stessa.Clicca per ingrandire

 

 

Clicca per ingrandireQuasi verticalmente le funi metalliche guidano per ripidissimi salti rocciosi fino a raggiungere una serie di cenge inclinate ben gradinate che la via sfrutta per portarsi all’anticima dove ha termine la ferrata (3027 m). Clicca per ingrandireNon restano che gli ultimi 30 minuti di cammino su ghiaione per risalire la sinuosa cuspide sommitale che conduce alla croce di vetta. (Circa 6h dalla partenza)

Clicca per ingrandireLa discesa si effettua per la stessa via di salita fino all’anticima; prendendo quindi verso destra si segue la via normale che, indicata con segni blu un pò sbiaditi, scende attraversando cenge e ghiaie fino al vecchio rifugio Cantore, ora chiuso ed in rovina, nei pressi del quale si trova il nuovo rifugio Giussani. Il percorso alpinistico richiede buona attenzione. Dal Cantore, per sentiero 403, si ritorna al rifugio Dibona ed al parcheggio dove si è lasciata l’auto. (3 ore circa dalla cima)

Clicca per ingrandirePercorso sorprendentemente lungo per il quale è richiesto ottimo allenamento mentre leClicca per ingrandire difficoltà tecniche restano complessivamente medie. La ferrata può considerarsi atipica presentandosi piuttosto impegnativa nel settore superiore, oltre le Tre Dita, e non subito nella sua parte iniziale. Rimane comunque molto interessante per l’esposizione delle sue cenge, la qualità della roccia che si presta bene alla pratica dell’arrampicata e per gli splendidi panorami. (Liberamente tratto da: www.vieferrate.it)

Percorso tracciato su mappa Google Earth: in rosso-giallo salita alla cima; in giallo-arancio ritorno al rifugio Dibona.

Mappa della cima:

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