Monte Cengio e forte Corbin

Altopiano Sette Comuni (Prealpi vicentine) 

Data escursione: 7 Novembre 2020
Vetta: Monte Cengio - 1.354 m
Vetta: Forte Corbin - 1.080 m
Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
T - Turistica

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      1. Requiem for a dream - Clint Mansell

L’altopiano di Asiago fu uno dei settori maggiormente coinvolti nelle battaglie della Grande Guerra, soprattutto negl’anni 1916 e 1917. La zona del monte Cengio, teatro del sacrificio dei Granatieri di Sardegna, è oggi uno dei luoghi più visitati dell’altopiano, grazie anche alla facilità dell’accesso stradale.

Zona monumentale (by rete)

Zona monumentale (by rete)

“Il 15 maggio 1916 l’esercito austro-ungarico lanciò un’offensiva sugli altipiani veneti e trentini – nota come Strafexpedition – con l’obiettivo d’invadere la pianura veneta e prendere alle spalle l’esercito italiano schierato sul Carso. La brigata dei Granatieri di Sardegna, comandata dal generale Pennella, ebbe il compito di difendere la zona di Monte Cengio. Il 3 giugno dovette soccombere all’assalto finale. Dei circa diecimila granatieri che erano saliti sull’altopiano, riuscirono a salvarsi in poco più di mille. L’accanita resistenza italiana e le perdite inflitte agli austroungarici valsero comunque a frenare l’impeto dell’assalto, a rallentarne l’azione militare ed a far fallire nella sostanza la Strafexpedition.”

Questi eventi sono narrati da Emilio Lussu nel suo libro “Un anno sull’altipiano”.

“Esaurita la spedizione ‘punitiva’, gli austroungarici abbandonarono monte Cengio e si ritirarono sulle posizioni di partenza, meglio attrezzate e difendibili. Il 24 giugno 1916 le truppe italiane ripresero possesso del Cengio e delle aree circostanti e decisero di attrezzarle con nuove fortificazioni. A tale scopo fu realizzata dal Genio Zappatori un’ardita mulattiera di arroccamento (chiamata “la Granatiera”, in omaggio ai granatieri italiani che si erano sacrificati sul monte) che sfruttava le cenge naturali del monte e traversava in galleria le fasce rocciose impraticabili. La mulattiera era invisibile all’occhio nemico e consentiva il transito di uomini e materiale anche in pieno giorno. Le sue gallerie fungevano anche da ricovero per le truppe in caso di bombardamenti mirati.” (blogcamminarenellastoria.wordpress.com)

Galleria

Galleria

Una emozionante passeggiata ad anello percorre oggi “la Granatiera”, raggiunge la cima di monte Cengio e scende all’area monumentale. Il punto di partenza è il piazzale Principe di Piemonte a quota 1286 m. raggiungibile in auto dal bivio (segnalato) sulla strada che da Treschè Conca scende in direzione della pianura vicentina. Dal piazzale, s’imbocca a sinistra il sentiero che sale tra cisterne, cannoniere, trincee e gallerie percorrendo il tratto più emozionante, la cengia a strapiombo sulla Valdastico.

Cengia

Cengia

Giunti presso la selletta sotto il piazzale monumentale dei Granatieri, senza salirvi, si prosegue sulla mulattiera che percorre ancora la cengia ed una galleria elicoidale per raggiungere lo spiazzo “Pennella” dopo aver attraversato la spaccatura rocciosa denominata “Salto del Granatiere“. Una breve salita porta alla cima del monte Cengio con la grande croce in tralicci di ferro, l’altare commemorativo ed uno splendido panorama a tutto tondo.

Croce di cima

Croce di cima

Tornati allo spiazzo si segue ora la larga strada bianca che scende al piazzale dei Granatieri dove si trova il rifugio omonimo, privato, ed una la piccola chiesa votiva con a fianco la scultura del Granatiere, costruita con pezzi di granate esplose. Un successivo tratto di asfalto riporta al punto di partenza. L’escursione ha un dislivello di circa 200 metri e si compie in poco più di 2 ore. Circa 5 km di lunghezza totale.

Profilo altimetrico del monte Cengio

Profilo altimetrico del monte Cengio

Il sentiero è adatto a tutti e non presenta difficoltà. Occorre cautela con bambini ed animali. Portare una torcia elettrica.

 

Si riprende l’auto e si percorre il tratto di strada, coperto all’andata, fino al centro di Treschè Conca. Una volta giunti alla rotatoria che porta al centro del paese si tiene la sinistra e si prosegue seguendo le indicazioni per il forte Corbin. Al bivio di malga Ronchetto-val di Gevano si tiene la destra e si prosegue leggermente in salita lungo la strada asfaltata, sempre seguendo le indicazioni per il forte. Parcheggio al lato della strada, quota 1110 metri circa, nei pressi del bivio per malga Roccolo. 

 

 

 

“Situato nella zona occidentale dell’altopiano, il forte di Punta Corbin  costituiva la linea difensiva sulle Prealpi vicentine. Costruito a partire dal 1906 su uno sperone di roccia proteso sulla valle dell’Astico con lo scopo di difendere la vallata da eventuali invasioni austroungariche, il Corbin fu progettato per essere una delle fortificazioni più potenti dell’Altopiano ma in realtà il suo ruolo nel conflitto fu marginale. 

Durante la Strafexpedition del 1916 fu occupato dall’esercito austroungarico, che vi si insediò per un mese mentre si svolgeva la cruenta battaglia contro i Granatieri di Sardegna sul vicino monte Cengio. Alla fine della “Spedizione Punitiva” il forte tornò ad essere italiano e da quel momento, sia per i danni che presentava, sia per lo spostamento dello scontro in altre zone dell’Altopiano, servì soltanto come postazione ed osservatorio. Finì per essere abbandonato verso la fine degli anni Venti, quando lo Stato Italiano autorizzò l’asportazione delle sei cupole di acciaio poste sul tetto della batteria lasciandolo a cielo aperto e senza sorveglianza. “(fortecorbin.it/il forte nella grande guerra)

Profilo altimetrico per il forte Corbin

Profilo altimetrico per il forte Corbin

 

 

Dal parcheggio a quota 1110 m circa si prosegue su strada forestale asfaltata, in leggera salita, fino a superare il passo Sgreva (1190 m). Oltre il passo in breve si raggiunge la località nota come i Pilastri, in cui ancora oggi è presente uno dei due pilastri che delimitavano la strada di accesso alle attuali rovine della storica caserma dei Regi Carabinieri.

Si prosegue lungo la strada asfaltata in leggera discesa fino ad arrivare, dopo poco meno di un’ora, nei pressi del forte che appare nel folto degl’alberi.

 

 

 

Forte Corbin

Forte Corbin

Il forte è attualmente un grande museo all’aperto ed è completamente visitabile, tramite l’acquisto del biglietto (ora chiuso causa COVID).

Un ristoro presso l’ingresso del forte offre la possibilità di una piacevole sosta, grazie anche alla stupenda giornata autunnale.

Ingresso al forte

Ingresso al forte

Il ritorno segue la stessa via dell’andata con il medesimo impiego di tempo.

L’escursione ha un dislivello di circa 100 metri e si compie in poco meno di 2 ore, soste escluse. E’ adatta a tutti e non presenta alcuna difficoltà. Circa 10 km di lunghezza in totale.

Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: in rosso l’intero percorso per le due località, compreso il tratto coperto in auto. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.
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